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Gravellona nelle due Guerre

Dopo soli due anni dalla conquista dell'autonomia comunale, lo scoppio della prima guerra mondiale chiese al paese un pesante contributo di vite umane, 68 caduti. In loro ricordo i gravellonesi

"con encomiabile senso pratico, anziché fare inutili spese decorative, preferirono costruire l'attuale sede dell'asilo quale monumento ai loro caduti".
Don Angelo Ferrari, Linee di storia gravellonese, 1974
A Gravellona, durante il fascismo, le prime squadracce incontrarono una manifesta ostilità, essendo la popolazione non abituati ad accettare soprusi e violenze. Ma questi "antifascisti" dovettero rifugiarsi in Francia, abbandonando le loro famiglie. In quel periodo Gravellona dal punto di vista economico non crebbe molto, tuttavia si arricchì di alcune strutture indispensabili al nuovo Comune: scuole elementari, pineta comunale, colonia solare, un nuovo campo sportivo. Poi, negli anni '30, furono asfaltate dall'ANAS le grandi strade di comunicazione, che attraversavano il paese, fu ampliata la rete distributiva dell'acqua potabile, quasi tutte le abitazioni ebbero la luce elettrica. Nella crociera sorsero alcune case nuove, che resero il centro cittadino meno vuoto. Le attività lavorative restarono pressoché le stesse, tutto gravitava intorno alla Furter e Pariani e alla Ditta Cirla Graniti, mentre sempre di più si riduceva l'agricoltura. Nel 1935 scoppiò la Guerra d'Africa cui parteciparono diversi gravellonesi. Il secondo conflitto mondiale era alle porte, con le sue conseguenze nefaste.

La battaglia di Gravellona

"Dal 13 al 15 di settembre 1944 si svolge nell'abitato di Gravellona Toce una furiosa battaglia tra i partigiani ed i nazifascisti, presidianti il paese con ingenti ed agguerrite forze a difesa delle importanti vie di comunicazione. In quell'occasione i combattenti della libertà, ormai rafforzatisi, osarono, in contrasto con la tattica delle guerriglia, attaccare le munite fortificazioni nemiche. Quello fu forse il più lungo ed il più cruento scontro in campo aperto di tutto il periodo della resistenza italiana tra i partigiani ed i loro nemici. Gravi le perdite di entrambe le parti, notevoli i danni agli edifici, alle strade ed ai servizi."
E. Guida, in "Dal Villaggio Celtico Romano di Pedemonte a Gravellona Città", maggio 2004
"Se ci furono errori e la vittoria mancò, mai come in quel momento i tedeschi ed i fascisti capirono che cosa potesse il desiderio di libertà negli animi dei partigiani. Ben presto contro lo slancio e la foga dei patrioti non sarebbero più bastate né le fortificazioni né le armi più potenti. Dunque rimanga nelle generazioni a venire il ricordo di quelle giornate gravellonesi e sia lode a quelli, che a Gravellona combatterono, ai morti ed ai vivi."
E. Guida, Vicino alla Crociera, 1984

I primi tempi dopo la Liberazione

"Finita la seconda guerra mondiale i giovani tornati dai campi di prigionia, o scesi dai monti si rimboccarono le maniche per ricostruire e progredire, traendo anche profitto dalle esperienze e dagli incontri avuti nei paesi di cultura più evoluta o meno."
E. Guida, in "Dal Villaggio Celtico Romano di Pedemonte a Gravellona Città", maggio 2004.

I gravellonesi ripresero a lavorare, ma il loro modo di concepire la vita era stato completamente sconvolto dalla guerra. Alcuni intrapresero nuovi lavori, come gli autotrasportatori, altri compravano o rivendevano tutto quello che trovavano nei depositi militari.
A Gravellona cambiarono diverse cose: fu soppresso il tram, sostituito da corriere, i binari furono coperti con l'asfalto, comparve un particolare veicolo chiamato "Tigrai", adibito nei giorni lavorativi al trasporto delle operaie della Furter provenienti da Mergozzo e Ornavasso e, nei giorni di festa, usato per le gite delle associazini. Le automobili erano ancora molte poche, mentre aumentava il numero delle moto. Più tardi comparvero i camion, residuati bellici americani.

Gli anni Cinquanta e Sessanta

"Un grosso pericolo si profilò negli anni 1953-55 quando si verificò la crisi del tessile. Vennero chiusi alcuni grandi stabilimenti. Tuttavia il timore di un brusco arresto della crescita svanì in fretta. La laboriosità e l'intraprendenza dei cittadini ovviarono ai danni. Quasi subito gli edifici e le vaste aree di pertinenza degli stabilimenti accolsero nuove attività. A riprova di tutto ciò Gravellona in quegli stessi anni fu in grado di offrire lavoro e decorosa esistenza alle numerose famiglie vittime della spaventosa alluvione del Polesine L'amministrazione comunale con felice intuizione progettò la zona industriale nelle zone un tempo riservate al pascolo ed all'agricoltura. Il Sindaco Cavagnino Mario, accogliendo la proposta di Lanza Dino e Pagani Ferruccio, consiglieri di minoranza, nel giro di pochi anni riuscì a superare le inevitabili remore burocratiche ed a realizzare anche con il concorso degli imprenditori più coraggiosi la prima area industriale della provincia. Fu subito un accorrere di imprese che nelle città vicine erano allontanate dai centri urbani per ragioni varie, per ristrettezza di spazio o per le nuove norme dei piani regolatori. Altre famiglie di operai e di dirigenti come già al tempo della costruzione della ferrovia o del traforo del Sempione si trasferirono ancora a Gravellona. Il boom economico degli anni 60 causa la grande immigrazione delle genti meridionali verso il nord, Gravellona come altri paesi della zona assorbe una parte notevole di uomini e donne che si inseriscono rapidamente nelle varie attività e dimostrano laboriosità ed intraprendenza. Ben presto nelle varie attività industriali, artigianali e commerciali con la loro intraprendenza e tenacia acquistano nella comunità posizioni di rilievo. Non avrebbe potuto accadere diversamente: il paese per tradizione dalla sue lontane origini aveva accolto di buon grado e senza pregiudizi chi venisse da altre regioni per lavorare e stabilirsi definitivamente."
E. Guida, in "Dal Villaggio Celtico Romano di Pedemonte a Gravellona Città", maggio 2004

L'alluvione del 1968

"L'alluvione del 2 novembre 1968 fu veramente disastrosa. Era cominciato a piovigginare il pomeriggio del giorno dei Santi. Il giorno dei Morti, l'acqua prese a cadere in modo diverso. Scrosci violentissimi seguiti da brevi pause, poi di nuovo altri rovesci d'acqua d'intensità sempre maggiore. Così per tutta la mattina. Verso mezzogiorno la situazione peggiorò ancora, le vie ribollivano e fumavano mentre il cielo si faceva sempre più nero. Quattro ore più tardi lo Strona, gonfiandosi a dismisura, fece crollare e travolse il ponte napoleonico."
E. Guida, Vicino alla Crociera, 1984

Le comunicazioni erano interrotte tra le due parti del paese, non solo, tutto il traffico della strada del Sempione era bloccato. Autorità comunali e provinciali si trovavano di fronte a problemi gravissimi, tanto più che dopo pochi giorni anche il grosso ponte sul Toce fu dichiarato intransitabile, poiché presentava un abbassamento considerevole del piano viabile e crepe preoccupanti.
Si improvvisò a monte del vecchio ponte napoleonico una passerella con travi e tavolati di legno a uso dei pedoni. Le maggiori difficoltà sorgevano per quelli che lavoravano fuori paese. Essi dovevano, a seconda del luogo in cui abitavano, lasciare la macchina dopo aver fatto un lungo giro per l'Ossola, o al "Paesello" o in centro, macchine che raggiungevano il mattino a piedi attraverso la passerella di fortuna.
Furono iniziati tempestivi lavori di ricostruzione dei due ponti ormai inservibili ma, per ovviare alle necessità più urgenti, nel volgere di un mese, si sistemò un ponte militare, tipo Bailej, un po' al di sotto degli sventurati resti del ponte dello Strona.
Sul Toce era stato piazzato invece un ponte di barconi (residuati bellici della 1a guerra mondiale), che fu almeno tre volte reso inutilizzabile da grossi autocarri che di notte abusivamente vi si erano avventurati.
Nel 1972 Gravellona riebbe due ponti completamente nuovi, uno sul Toce e uno sullo Strona e con essi un traffico di automezzi sempre più intenso e caotico.

I Sindaci dal 1913 ad oggi

  • Giuseppe Lagostina, dal 1913 al 1921
  • Ing. Emilio Lagostina, dal 1921 al 1927
  • Cav. Agostino Rolla, dal 1928 al 1930
  • Ing. Luigi Lanfranchi, dal 1931 al 1943
  • Amedeo Teruggi, dal 1945 al 1946
  • Francesco Albertini, dall'aprile al dicembre 1946
  • Ercolano Pergolotti, dal 1946 al 1948
  • Vittorio Campeggi, dal 1948 al 1950
  • Mario Cavagnino, dal 1950 al 1972
  • Giovanni Conti, dal 1972 al 1980
  • Prof. Erminio Guida, dal 1980 al 1990
  • Geom. Rino Porini, dal 1990 al 2004
  • Anna Di Titta, dal 2004 al 2009
  • Avv. Massimo Giro dal 2009 al 2014
  • dott. Giovanni Morandi, attualmente in carica